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La lunga storia di uno gnocco

Gnocchi di zucca e speck, con ricottta affumicata

La gnocco di oggi non è quel fighissimo uomo che guardiamo stordite davanti alla tv, sui risultati di ricerca di Google o, se siamo fortunate, seduto davanti a noi, ma è quel pezzo di impasto farinoso a forma di piccola palla, che sbattuto nell’acqua bollente, in pochi secondi si rassoda e diventa pronto per essere mangiato, classicamente con ragù o una salsa a base di burro fuso e spezie. Bene, una volta definito di cosa stiamo esattamente parlando, possiamo dire che… la lunga storia dello gnocco inizia di certo in primavera.

La primavera è il momento della semina, e se abbiamo fatto i bravi tenendo da parte un po’ di semini invece di mangiarceli tutti avidamente, allora potremmo far nascere nel nostro orticello, quelle splendide zucche che ci siamo divertiti a cucinare (e poi mangiare) lungo tutto l’inverno precedente!

In realtà durante l’estate passata, le cose, nel mio caso, sono andate in modo molto più fortuito: un rimestamento del compost aveva inaspettatamente riportato vicino alla superficie alcuni semi che non si erano ancora decomposti, così grazie anche al terreno estremamente fertile e umido, le due piccole fortunose piante, assieme ad altri gustosi pomodori nati poco più in là, hanno potuto germogliare e vedere la luce.

Le foglie delle due zucche erano leggermente differenti tra loro, ed infatti presto si è potuto capire che si trattava di due specie differenti di cucurbitacee: una pianta di zucca marina e una di zucca mandolina. Nonostante il trapianto abbastanza tardivo i frutti non hanno mancato di arrivare a maturazione, chiaramente la quantità del raccolto non è stata di altissimo livello ma ci si poteva decisamente accontentare.

Arrivata pian piano la stagione autunnale, è giunto anche il momento della raccolta. Normalmente si attende che il picciolo si secchi del tutto, prima di tagliare il frutto dalla pianta che l’ha generato, ma la nascita tardiva ha impedito probabilmente la completa essiccazione del gambo. Questo fatto, per un po’, ci ha fatto propendere verso l’idea di lasciarle ancora sulla pianta madre, ma il freddo era alle porte, ormai le zucchette che continuavano a nascere marcivano nel giro di pochissimi giorni, segno che le temperature stavano sensibilmente scendendo, e per non rischiare che marcissero in campo abbiamo deciso di tagliare!

Zucche appena raccolte

Lo spettacolo della carriola piena di frutti giganteschi e dal colore arancio era una gioia per gli occhi, e già si pregustava il loro sapore in bocca per i futuri momenti di convivialità. Però prima cosa che abbiamo pensato di fare assolutamente è lasciarle al sole in modo che, per quanto fosse possibile, si essiccassero il più possibile i piccioli. Così abbiamo fatto, per poi alla fine portarle giù in cantina, al fresco, per essere conservate per tutto l’inverno. E proprio qui volevo arrivare, perchè se quest’anno deciderete di fare così anche voi, allora potreste ritrovarvi il prossimo aprile ancora con l’ultima zucca che aspetta di essere infornata, bollita, impastato o frullata per donare ancora una volta il suo sapore al vostro palato, poco prima che i sapori estivi facciano definitivamente arrivo sulle vostre tavole.

Zucche appena raccolte

Ebbene sì, avete capito benissimo, oggi avevo ancora una zucca in cantina, e così, un po’ per stuzzicarvi a pensare che forse piantarne qualcuna nel vostro (eventuale) fazzoletto di terra potrebbe essere una buona idea, un po’ per raccontarvi la perfetta ciclicità di questo frutto della terra che non smetterà mai di affascinarmi, ho deciso di proporvi l’ultima ricetta a tema (fino a che non tornerà l’autunno si intende), gli gnocchi di zucca.

Ah per chi non potesse coltivarle nel proprio orticello, la questione “conservazione” chiaramente rimane la stessa, quindi potete sempre pensare di comprarne qualcuna in più quando siete dal vostro fruttivendolo, in modo da poterne usare ancora quando la stagione fredda sarà sul finire e nei banchi della frutta e verdura non sarà più possibile trovarle. Vedrete che anche voi potrete assaporare certi piatti anche a primavera più che iniziata! ;)

Zucche appena raccolte, lasciate al sole

Ad ogni modo qualunque sia il giorno prescelto, prima o poi una di queste zucche in cucina arriva e questa volta è stata l’occasione per riportare a status di “ricetta facilmente riproducibile” quel procedimento tramandato “a voce e pentole” che era la ricetta dell’amata prozia Nina, quando ancora la piccola sottoscritta frequentava le scuole medie.

Ancora è perfetto il ricordo nella mia mente di me che assaggio questi gnocchi e che subito, l’unica cosa che ero stata in grado di dire era: “Buonissimi, dimmi la ricetta che devo assolutamente rifarli a casa!”

E così la storia dello gnocco più morbido che conosca, talmente morbido che va rigorosamente formato con due cucchiaini, giunge ad oggi con alcune delle modifiche che nel tempo mi sono portata dietro, come ad esempio l’uovo nell’impasto che permette di diminuire il sapore di farina e qualche straccetto di speck qua e là che dà una sferzata di gusto in più. E speriamo che piaccia anche a voi!

Gnocchi di zucca morbidissimi allo speck

  • 330gr di patata già cotta al vapore
  • 630gr di zucca già cotta al forno
  • un cucchiaino raso di noce moscata
  • 100/150gr di farina 00 (dipende dalla quantità di acqua che rilascia il tipo di zucca che usate. Io ho utilizzato una gigante e ho usato la quantità massima, per una mandolina potrebbe andar bene una quantità minore, ottenendo così un sapore di zucca più marcato)
  • un uovo
  • 5/6 fette di speck tagliato sottile

Riducete in purea la zucca e la patata, possibilmente con l’aiuto di uno schiacciapatate in modo da eliminare più acqua possibile. Raccogliete la polpa dei due ortaggi in un unico contenitore.
Preparate una pentola alta con abbondante acqua e iniziate a scaldarla subito, questo per fare alcune prove di cottura prima di cuocere tutti i vostri gnocchi.
Aggiungete la noce moscata e aggiungere la quantità farina indicata. A questo punto, dopo aver ben amalgamato tutti gli ingredienti, create una piccola porzione di impasto aiutandovi con due cucchiaini. Se in cottura tende a sfaldarsi o a ridursi di dimensione significa che dovrete aggiungere ancora un po’ di farina. Procedete per gradi fino a che i vostri gnocchi terranno la cottura.
A questo punto aggiungete anche lo speck ridotto a straccetti e create diversi gnocchetti abbastanza velocemente, in modo da cuocerli più o meno allo stesso momento, quelli che rimangono a galla nonostante il ribollire dell’acqua sono pronti e possono essere raccolti con una schiumaiola, fatti sgocciolare per bene e serviti con parmigiano o ricotta affumicata e del burro fatto sciogliere assieme a un po’ di salvia e un po’ di semi di papavero (io ho usato quelli bianchi comprati ad uno stand slovacco).

Piccola avvertenza: in cottura teneteli sempre sotto controllo, perchè facendoli stracuocere nell’acqua, potrebbero ancora una volta sfaldarsi.

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2 Comments

  • Reply Omar 29/04/2014 at 16:18

    finalmente un post a me dedicato!

  • Reply Katia 29/04/2014 at 18:36

    @Omar: no comment! :) Ummm che grazioso paradosso che abbiamo generato. :)

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