Altro, In movimento

Rocce, case e un castello… ad Alcalá del Júcar

Arrivo ad Alcala del Jucar - vista dall'alto del paese

Nonostante Albacete non sia una città turistica, in tutta la provincia i posti da visitare sono molti. Non avendo a disposizione un’auto per noi è stato impossibile visitarli tutti, però qualcosa siamo riusciti a portare a casa. Alcalá del Júcar è una magica cittadina totalmente scavata nella roccia, per raggiungerla da Albacete ci vuole poco meno di un’ora, percorrendo le autostrade libere che attraversano l’arido paesaggio manchego. Il termine Alcalá ha origini arabe, compare nei nomi di diversi centri abitati e significa roccaforte, mentre la stretta gola in cui si erge la cittadina è stata creata nei secoli dal passaggio del fiume Júcar, da qui lo strano nome di questo luogo speciale.

Appena si raggiunge il posto la visione è incantevole, una voragine fatta di roccia, alberi e case si apre nella terra. Con l’auto si percorre una serie di tornanti che portano sempre più giù, permettendo di vedere da vicino i giochi di linee e ombre che questa specie di canyon offre, e su cui gli abitanti hanno deciso di costruire le loro abitazioni. Sì perchè gli spagnoli che abitano in questo paese hanno pensato di fare del loro luogo di vita un vero e proprio pezzo d’arte nella natura, scavando nella roccia le proprie case.

Quando arrivate a valle trovate subito un comodo parcheggio per lasciare l’auto e da qui potete incamminarvi verso il centro, i localini che questo offre, la spiaggia e, se arrivate in mattinata, il mercato. Pensate che questo è il posto più vicino che possano trovare gli albaceteñi per prendere il sole e nuotare un po’. Il mare infatti per loro è troppo distante, basti pensare che Valencia dista circa 180km da Albacete e che ogni punto della costa da qui a Cartagena, non è raggiungibile in meno di due ore. Diciamo che non è proprio come partire da Udine per una sguazzata a Lignano. :)

Alcala del Jucar - scorci del posto

Le prime cose che si possono osservare camminando verso il paese e la spiaggia, sono le rocce più o meno sempre visibili da ogni punto della cittadina e il ponte romano, da pochi decenni restaurato ricreando la pavimentazione con rocce naturali del posto.
Poco più in là appunto la spiaggia davanti alla quale è allestito un chiosco dove potete bere e mangiare tapas, chiaramente dopo avere fatto un giretto al mercatino lì accanto: oltre ai vestiti anche bancarelle di cibi locali, come olive, sott’oli, frutta e verdura e via di questo passo.

Da questo punto parte un sentiero che costeggia il fiume, in questo periodo però probabilmente troverete molta erba alta, al punto che potreste non riuscire a completare il percorso, come è capitato a noi. Almeno un pezzo però in teoria dovreste riuscire a percorrerlo, e da qui si intravedono, nella folta vegetazione, in alto il bellissimo castello, già avvistabile dall’esterno del paese, quando si è ancora in auto e si inizia a scendere nella gola. In parte oltre il fiume invece troverete uno spiazzo di terra arida dove ragazzi e ragazze passano il tempo giocando a calcio sotto il sole cocente.

Pianta essiccata del luogo

Particolare di casa - Alcala del Jucar

Tornando indietro e passando oltre la spiaggia, potete invece salire sul ponte romano e arrivare all’altro lato della città, la parte arroccata. Da qui incontrate subito dei piccoli negozietti di souvenir dove trovare le imperdibili miniature di Don Quijote e Sancho Panza, pezzo forte dei gadget turistici di tutta la Castilla-La Mancha, e altri oggetti che richiamano, o il paesino, o ancora gli indomiti personaggi del famosissimo romanzo di Miguel de Cervantes. Tra le tante cosuccie simpatiche che abbiamo trovato, un carinissimo scolastoviglie di coccio simile a un vaso da fiori, molto più facile da pulire dei soliti che si trovano normalmente e diversi ditali palesemente ornamentali addobbati da un “misterioso” personaggio a cavallo :P.

Se volete fare il giro per il fiume come abbiamo fatto noi, allora svoltate prima della salita nel percorso in legno che affianca il corso d’acqua. Vi farete una bella camminata nel fresco dell’ombra degli alberi, passando davanti a delle chiuse arrrugginite e oleandri rosa in fiore, fino a entrare anche poi nella città attraverso dei passaggi ad hoc. Inutile sottolineare quanto sia pittoresco questo posto di soli 700 abitanti ma diventato ormai famoso grazie alla spinta turistica data dalle amministrazioni da qualche decennio a questa parte. Procedendo sempre più verso l’alto, tra strade strettissime esclusivamente pedonali e vie un po’ più larghe, si raggiunge da dietro la bellissima Iglesia de San Andrés con la sua splendida cupola verde smeraldo.

Porte e finestre - Alcala del Jucar

Cupola della chiesa del paese

Da qui pian piano potete tornare giù in paese raggiungendo i commercianti di souvenir, non prima però di aver scorto una delle case più singolari del paese: larga probabilmente due/tre metri circa, alta due piani più un seminterrato (se così si può chiamare) e posizionata su uno strapiombo, senza poggiare su alcuna parete di roccia o su altre case. Qualcosa che solo a vederlo fa venire le vertigini, soprattutto a noi italiani che in un territorio sismico come il nostro possiamo ben scordarci di progettare una casa in questo modo.

Dopo aver camminato per il paese e fatto un tuffo nell’acqua, chiaramente potete anche mangiare e i posti sono veramente molti. Alla Cueva del Diablo potrete in realtà anche visitare una delle famose grotte del posto (cueva sta per caverna, covo) e con il biglietto di ingresso di circa tre euro avrete inclusa anche una bevanda. Il posto antistante la spiaggia di cui vi parlavo sopra dà la possibilità anche di pranzare, come i tanti altri piccoli ristoranti della vietta che porta dal ponte romano al parcheggio. Qui una simpatica locanda che propone anche carne alla brace si fa chiamare “A brasa me”, mentre noi siamo finiti nel locale accanto dove intrigavano i passanti proponendo un vino dallo strano nome, “Protos“: Omar ha immediatamente associato quest’etichetta a un noto gioco on-line, in cui alcuni personaggi misteriosi appartenenti a una razza aliena che parla senza usare la bocca, dal caratteristico colore azzurro e dotata di superpoteri spionici psionici, portano esattamente questo nome. Sì, sì, so già che qualche pignolo adesso mi dirà che il loro nome porta una “s” in più: sì ok, una “s” in più. :) Chiaramente la foto era d’obbligo e stavolta a farla non sono stata io. :)

Qui abbiamo avuto il piacere di conoscere uno dei piatti della tradizione manchega, il lomo de orza, un lombo di maiale preparato seguendo una cottura atta a conservare le carni per lunghi periodi di tempo. Il taglio viene fritto lentamente nello strutto assieme a delle spezie, tra cui cannella, alloro, pepe nero, aglio e limone. Una volta pronto si ripone in luogo fresco con il suo grasso, in modo che questo solidificandosi crei una strato attorno alla carne, garantendone la conservazione. Alcuni lo fanno anche con l’olio d’oliva e lo rifriggono poi all’ultimo prima di servirlo. Piatto interessante e non poi così pensante come sembrerebbe a leggerne la ricetta. Dal menù anche paella valenciana, de mariscos e con caracoles (gggghh…) e altre specialità tipiche. Da assaggiare in queste zone, soprattutto se le visitate in un periodo non troppo caldo, il gazpacho manchego, piatto bollente a differenza di quello andaluso, preparato con strani pezzi di pane sottilissimo che ricorda moltissimo la carta musica sarda.

Fiume Jucar dall'alto

In realtà manca ancora qualcosa, il castello, costruzione musulmana che risale al XII secolo e spicca dall’alto della gola. L’entrata costa solo due euro e la vista già dall’esterno è spettacolare. Non siamo entrati, non chiedetemi perchè vi prego che sono ancora che mi rotolo dal pentimento :), quindi non so dirvi cosa possiate vedere ma penso che per questi pochi soldini valga comunque la pena. Per raggiungerlo dovete uscire di nuovo dalla gola e rifare tutti i tornanti che avete percorso all’arrivo. Una volta arrivati trovate ancora alcune case e un piccolo parcheggio antistante un fresco giardino da cui è già possibile scorgere il castello. Se poi trovate anche il simpatico e affettuoso gatto che abbiamo conosciuto noi, allora il bel momento è assicurato.

Castello e gola dall'alto - Alcala del Jucar

Spiga - Alcala del Jucar

Il sito ufficiale dell’Ayuntamiento su alcaladeljucar.net riporta alcune informazioni riguardanti la storia e le tradizioni del posto, per un sito con immagini suggestive e altre informazioni utili vi consiglio di andare su turismocastillalamancha.com.

Gatto - Castello di Alcala del Jucar

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3 Comments

  • Reply Mara 28/06/2013 at 09:52

    Cavolo bellissimo questo posto,non sapevo nemmeno che esistesse!belle foto…..

  • Reply Riccardo 28/06/2013 at 11:22

    Poteri psionici non spionici :)
    Cmq bel lavoro anche stavolta!

  • Reply Katia 30/06/2013 at 18:08

    @Mara: :) thanks!
    @Riccardo: Ahahaha è un refuso spettacolare! Neanche a farlo apposta sarei riuscita a scrivere qualcosa di così geniale! :P Grazie! :) Ps. correggo subito…

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