Quando stavo dai miei genitori mi ero fatta una tale scorta di spaghetti giapponesi che me la sto ancora portando dietro. Ora per almeno un pasto a settimana la cucina nipponica è d’obbligo e questa volta, data la carenza di verdure adatte allo scopo, non si poteva fare i classici noodle saltati con verdurine e salsa di soia, cosicchè si è deciso di cambiare copmpletamente ricetta.
Sarà un caso, sarà il destino, sarà semplicemente la mia testa ma… arriva la neve, ci sono degli albumi in frigo che attendono di essere usati, ho appena visto la scorsa sera il mago Gandalf diventare Gandalf il bianco e nella mia cucina nasce una frittatina tutta bianca, semplicissima, sporcata solo da un po’ di spezie e una leggera doratura, così delicatamente fluffy che appare immediatamente evidente, ovvio e palese che quella ricettina deve finire sul blog.
Oggi come promesso mi dilungherò in una non breve disamina di alcuni prodotti di supermercato che potete compare (o evitare :P) nel caso vogliate prepararvi un buon couscous fatto in casa. Anzi ad essere precisi parlerò di come cucinare alcune semole che potete trovare nei market, in modo che non si scuociano, che vi risultino alla fine perfettamente sgranate e abbiano quell’aspetto sabbioso e perfetto che devono avere, anzichè presentare interi blocchi, se non macigni, di granelli scotti e collosi, dove non se ne riesce più a separare uno dall’altro.
Non so se sapete come si chiamano questi fiori gialli, di solito la gente li chiama erroneamente crocus, ma crocus non sono. Questi fiori hanno un nome fantastico, che dona loro quasi l’aria di un poetico ossimoro, belli, solari e luminosi nel giorni sempre meno caldi di fine settembre, questi fiori così carini si chiamano, ebbene sì…