Altro, In movimento

Valencia – 2 – seconda puntata

Locandina post valencia2

“Finalmente” ci allontaniamo dalla torre della Plaza de la Reina e così ripresi dal brutto scossone psicologico iniziamo a guardare i monumenti “da sotto”, forti del fatto che di panoramiche ne vedremo poche nei prossimi giorni.

Arco Valencia

Finiamo in una piazza molto ampia e frequentata che prende il nome di Plaza de la Virgen, piena di baretti e ristorantini carini nonché con vista su alcuni interessanti monumenti come la basilica, la rappresentazione antropomorfa del fiume Turia che un tempo attraversava la città e il Miguelete, il campanile che abbiamo visitato poco prima :)
La fontana al centro attira molti turisti e tra questi noi, potendoci così sedere un po’ e fare qualche foto prima di riprendere il cammino.

Plaza del la Virgen - Valencia

Tenendo presente il fatto che il mercato lo abbiam visitato verso le 13.30 solamente “colazionati” e che sul Miguelete ci siamo arrivati giusto un’ora più tardi, dopo il meritato riposo riprendiamo le nostre bici e andiamo a pranzo, sperando di riuscire a trovare ancora un posto aperto. Ricordando qualche locale carino, visto da me e Omar nel sopralluogo effettuato il giorno precedente, prima dell’arrivo di Ricky e Ale, torniamo vicino all’appartamento e ci infiliamo al bar “Il Kiosko” dove ci ingozziamo di centomila tapas: pimientos fritos, gazpacho andaluso, gambas y ajo, patatas ali-oli con la vera salsa ali-oli, fatta con solo olio e aglio, come tra l’altro dice il nome stesso, e una marea di altre cose. Tutto molto rustico e “spagnolossissimamente” unto, forse a volte un po’ troppo. Però una cosa in particolare l’ho apprezzata: se chiedete una sarda alla piastra la portano cotta senza prima pulirla dalle interiora. Pensavo fosse un abominio e già temevo per il sapore di quel povero pesciolino, invece con gran sorpresa le interiora si staccano perfettamente da tutto il resto, e la carne della sarda risulta veramente ottima. Ho provato a emulare il procedimento a casa: l’unica cosa da tenere presente è che la sarda non deve essere troppo piccolina, altrimenti si spappola l’interiora mentre andate ad aprirla e allora sì che sentite l’amarognolo.

Gambas  e patatas ali oli a "Il Kiosko" - Valencia

Beh torniamo a bomba adesso! Alle 17 arriviamo alle Torres de Quart, una delle due porte di Valencia, unici resti delle cinta murarie della vecchia città distrutte nell’Ottocento. Per ora la vediamo di sfuggita, mentre mettiamo giù le biciclette per non pagare lo sforamento della mezz’ora di utilizzo, scattiamo due foto in velocità e ripartiamo alla volta del giardino botanico.

Torres de Quartes - Valencia

Torres de Quartes - Valencia

Trappole per moscerini e pianta spinossima

Il biglietto costa poco e, se vi piacciono le piante esotiche e non, vale la pena farci un giro. Se poi amate anche i gatti, le rane e i vecchietti spagnoli che vi parlano per mezz’ora delle loro abitudini giornaliere al parco allora siete a cavallo :)

Da subito si vedono cose strane: grosse costruzioni di ramoscelli o “vattelapesca che materiale era” appesi sulle nostre teste, che servono, così ci dicono, per catturare i moscerini che, come potrete immaginare, da queste parti spopolano. Quello che vedete in foto ha un’altezza pari a quella di un uomo medio, quindi potete solo immaginare l’effetto che faceva a noi visitatori.
Qui potrete vedere tutte quelle piante che potete comprare dal vostro vivaio di fiducia o dal fioraio dietro l’angolo solo in versione un po’ più…. rigogliosa, nonchè una serie di piante mastodontiche e mai viste: una spinossissima che mi ha colpito tra le tante ma di cui non ricordo il nome, il Sabal, da Santo Domingo, l’albero dal tronco che ricorda una colonna di marmo e col quale si costruiscono i tam-tam e centinaia di cactus e piante grasse di ogni tipo e di ogni luogo.
Lungo l’intero percorso si tocca veramente ogni angolo del mondo: si passa dall’Himalaya alla Macronesia, per poi andare in Sri Lanka, in Cina, nell’area del Mediterraneo e in Africa. Il tutto deliziosamente accompagnato da gatti guardinghi o assonnati che sbucano da dietro i cespugli o le panchine disseminate in tutto il parco.
Alcuni angoli particolari: uno stagno con “guida autoctona” annessa (stiamo parlando del sopracitato simpatico vecchietto) che vi spiega la vita delle rane tra le ninfee e due serre dove troviamo piante che nemmeno nel clima caldissimo, ma di certo non tropicale, di Valencia sopravviverebbero, grappoli di fiori rosa che incantano e piante che nonostante la vita “al chiuso” raggiungono dimensioni decisamente apprezzabili.

Ninfea e gatto al giardino botanico di Valencia

Gli allegri maschietti della compagnia

Tronco di palma e ranocchia dello stagno

Fico d'India e girasole - Giardino botanico di Valencia

L'angolo delle cactacee - Giardino botanico di Valencia

Grappolo di fiori rosa - Giardino botanico Valencia

Sono già le 18.30 e il nostro giro al giardino non è ancora finito ma riservo il finale al prossimo giro! Ciao ragazzi!

Fiore rosa - Valencia - Giardino botanico

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3 Comments

  • Reply Omar 09/11/2012 at 00:13

    la sarda piastrata è una cagliaritana con i capelli lisci? Ricordiamo che l’orario di pranzo era le 16 ^^

    • Reply Katia 09/11/2012 at 00:36

      Eh no, stavolta la battuta era banalotta, potevi fare di meglio! Sì sì!
      A riguardo del pranzo, riguardando i dati che si estrapolano dalle foto, i gamberi e le patate ali-oli sono arrivati alle 15.45, quindi avremo raggiunto il locale quella mezz’oretta circa prima. In quei giorni ci si svegliava tardissimo e non si sentiva mai la fame fino alle 17 almeno, fantastico! :P

  • Reply Omar 09/11/2012 at 00:39

    è l’unione di due battute pessime che fa la forza, cmq la fame veniva prima, solo che poi c’erano anche 2 orette per organizzarci.

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